lunedì 31 maggio 2010

Vita da Facebook.




Vi voglio raccontare un breve episodio che può fare da corollario al mio precedente post sulle Reti Sociali.

In particolare, partendo da quest’episodio, voglio soffermarmi sul valore che, strumenti come Facebook, stanno acquistando nella vita di tutti noi. Cioè, non voglio di certo fare le solite sterili critiche che si sentono in giro, ma voglio guardare meglio agli effetti, in maniera soft, sulla nostra vita sociale che i social network services stanno avendo (così come nel tempo hanno avuto i loro effetti la televisione, i cellulari e tante altre tecnologie di cui si è detto bene e male al tempo stesso).

Un giorno, circa un mese fa, incontro un mio amico che vedo quasi tutti i giorni e subito mi rendo conto, osservando il suo viso scuro, che qualcosa non andava.

Premetto che si tratta di un ragazzo brillante che sa godersi la vita concreta e che, mi va di dirlo, riscuote anche un certo successo nel gentil sesso.

Come tutti ha un account su Facebook al quale dedica un tempo medio giornaliero sicuramente nella norma. Ha moltissimi contatti e per non trascurare i suoi rapporti ha con se uno smartphone che gli consente di essere sempre connesso alla sua rete di amici.

Quando gli chiedo: “cosa c’è?”, lui mi risponde in maniera stupita ed al tempo stesso apparendo un po’ scosso, “mi hanno disattivato l’account di Facebook!”.

Ebbene, da un giorno all’altro, in maniera del tutto improvvisa e senza possibilità di replica, il mio amico “non esisteva più”. Mesi e mesi di sviluppo del suo account con la creazione di una rete di rapporti molto ampia ma ben selezionata, foto, pagine, e tutte le altre impostazioni del suo account, si erano volatilizzate!

venerdì 28 maggio 2010

Notizie e mercati finanziari: come affrontare lo stress psicologico da crisi.


Consiglio di leggere questo post a chi sta pensando di cominciare a gestire i propri risparmi in maniera autonoma, ma anche a chi già ha cominciato ad investire da solo la propria liquidità in esubero (rispetto al soddisfacimento dei bisogni primari e secondari). Infatti, molto spesso, ci si concentra sulla preparazione formalizzata di libri e di corsi, ma si dimentica di porre la giusta attenzione su altri aspetti che possono fare la differenza.

In questo mese di maggio stiamo assistendo a movimenti dei mercati finanziari molto volatili con perdite di valore che hanno portato a bruciare in poche settimane i recuperi che si erano accumulati in diversi mesi.

Ciò potrebbe essere attribuito al clamore che hanno suscitato alcune notizie di carattere macroeconomico le quali non convincono ancora in termini di ripresa ed anche all’incertezza che sta generando la crisi del debito che affligge la comunità europea.  

Sicuramente è un ragionamento che ha le sue basi e viene da tutto un periodo in cui si diceva che la crescita dei mercati era stata un po’ troppo elevata rispetto all’effettiva ripresa economica, facendo quindi temere la possibilità di una nuova bolla.

Effettivamente, questi due aspetti, messi insieme, stanno guidando l’andamento dei mercati di questo ultimo mese.

mercoledì 19 maggio 2010

L’etica: il valore che non trovi nei bilanci delle aziende (preludio).


Da ciò che ho scritto finora, spero sia emerso il mio particolare interesse per la scoperta della dimensione sociale dell’uomo rispetto al contesto ambientale che si trova a vivere nelle nostre città ed in tutto il mondo civile.

Tutto quello che ho scritto nasce da riflessioni sui diversi aspetti che portano l’uomo alla scoperta della “verità”, confrontando, volta per volta, tali riflessioni con i miei approfondimenti personali e soprattutto con i pensieri di altre persone che, come me, sentono il bisogno di avere più consapevolezza circa il senso della nostra esistenza.

Di certo gli argomenti che ho trattato hanno avuto a volte un carattere molto impalpabile; altre volte un carattere molto concreto e direttamente correlato alla realtà che viviamo giorno per giorno, in tutti i suoi aspetti e problemi.

Ciò mi ha portato ad un confronto diretto con altre persone.

Spesso mi sono fermato a discutere con un mio collega e amico, Gaetano, che, forse prima di me, ha cominciato un viaggio non alla ricerca di una risposta ai problemi della vita, ma alla ricerca dei propri interrogativi rispetto alla vita, al fine di averne maggiore consapevolezza.

Certamente abbiamo constatato che il sentiero battuto non è lo stesso, ma più volte ci siamo incrociati nel nostro cammino e abbiamo trovato punti di incontro pur provenendo da diverse parti.

Uno degli argomenti che ha spesso riempito le nostre discussioni è quello dell’etica.

domenica 16 maggio 2010

Più creativi? Si può!




Quando ho parlato dell’azione rapportata al nostro processo di pensiero (Idee e azione), mi sono soffermato a riflettere sul concetto di “creatività” e non sono riuscito, in maniera definitiva, a convincermi del fatto che sia una dote innata.

Il nostro cervello è diviso in due emisferi simmetrici. Per dare una buona sintesi delle caratteristiche dei due emisferi, possiamo dire che l’emisfero sinistro rappresenta la razionalità e la logicità; l’emisfero destro rappresenta la creatività.
Infatti, il loro funzionamento è molto diverso in quanto tutte le azioni consce sono guidate dall’emisfero sinistro; quelle inconsce ed automatiche dall’emisfero destro.

In questa sede, al di la di sottolineare il fatto che utilizziamo mediamente solo il 5% delle potenzialità della nostra mente e tale utilizzo si concentra soprattutto nella parte sinistra del cervello (quella logica e razionale), volevo condividere la circostanza che vi sono svariati esercizi per sviluppare la parte destra (quella creativa) del nostro cervello.

Ciò non significa che diventeremo degli artisti o degli scienziati, ma, se avrete voglia di provare, verificherete che, così come per il fisico, l’esercizio migliora le prestazioni della mente.

E non vi sto parlando di esercizi complessi che richiedono un grande dispendio di tempo: cominciate semplicemente a cambiare qualche vostra abitudine, fate le cose quotidiane in maniera diversa, provate a cambiare strada per andare a lavoro, leggete più spesso e sempre di argomenti diversi, scrivete i vostri pensieri, createvi degli hobby. Giocate e lasciatevi trasportare nel gioco dai bambini (ovviamente, in quest’ultimo caso, dovrete avere già un certo piacere ad interagire con i bambini). Ve ne sono altri, che richiedono anche un’applicazione diversa, ma ritengo che i migliori siano quelli che possono integrarsi con la nostra normale giornata.

domenica 9 maggio 2010

Felici o inconsapevoli? Questo è il dilemma!




Questo post nasce da una riflessione che facevo l’altro giorno, alla quale, ancora oggi, cerco di dare un senso.

Mi chiedevo, come spesso faccio, quale possa essere la meta del viaggio che stiamo percorrendo.

Sempre riflettendo, mi è sembrato che il concetto della meta non poteva essere molto appropriato se non identificato con il naturale epilogo della nostra esistenza.

Mi è venuto da pensare dunque che tale ricerca dovrebbe essere quotidiana e dovrebbe essere indirizzata verso ciò che è in grado di darci consapevolezza circa il raggiungimento di uno stato di “felicità”.  E dunque giorno per giorno siamo naturalmente tesi a cercare qualcosa che ci dia la felicità.

A questo punto della riflessione, però, mi è parso di imbattermi in una contraddizione nella definizione della felicità come obiettivo della nostra ricerca quotidiana.

Cioè, se quotidianamente siamo alla ricerca di qualcosa che ci rende felici, forse vuol dire che questo qualcosa non ce l’abbiamo e forse felici non lo siamo.

domenica 2 maggio 2010

Fobie e cattivi comportamenti: trappole della mente




Ci sono aspetti della nostra personalità e del nostro carattere dei quali faremmo volentieri a meno.

Pensate a quando rabbrividite alla vista di un serpente o di un ragno, oppure quando siete ad un’altezza elevata e, guardando verso il basso, vi manca il fiato; allo stesso modo di chi si sente soffocare in ambienti chiusi. Di certo vivremmo meglio se tali circostanze non ci infastidissero.

Allo stesso modo ci sono degli atteggiamenti o degli automatismi che generano alcune nostre azioni o comportamenti (sostanzialmente sto parlando dei vizi) per i quali sentiamo disagio, ma per l’eliminazione dei quali siamo “bloccati” e non riusciamo ad evitarli, almeno nelle loro espressioni automatiche.
Sto parlando di chi, preso dalla gola, non riesce a non mangiare molto cioccolato o cibi molto grassi e dannosi per l’organismo; per non parlare di chi fuma, ma vorrebbe smettere e di chi mangia le unghie e si odia per questo. Ovviamente, l’elenco di questi vizietti o cattivi comportamenti (ammesso che chi li compie ne riconosca il carattere dannoso e ne rifiuti le conseguenze) può essere lungo.

I due gruppi di problemi, che possiamo identificare come fobie e cattivi comportamenti, rappresentano per la nostra mente delle vere e proprie trappole che ci bloccano e non ci fanno comportare in maniera normale in determinate circostanze.

Per chi ha la volontà ed il desiderio di cancellare alcune forme di questi fastidi, vi è da comprendere se vi sia un modo o una strada da percorrere e capire come imboccare tale strada.