domenica 31 marzo 2013

Crisi con Liquidità: Difendersi nel Breve Periodo!



Le giacenze medie dei conti correnti degli italiani sono lievitate negli ultimi due anni e, una buona parte di questo aumento, è nelle mani delle famiglie. Potrà sembrarvi strano, ma questo è quanto, statisticamente, rilevato dall'ISTAT.

I motivi che hanno potuto generare questo fenomeno, ben lontano dal concetto di ricchezza reale, sono diversi. Forse la paura ha spinto molti piccoli risparmiatori a vendere (anche in perdita) azioni o altri strumenti finanziari ricavando liquidità che ora giace sul conto corrente. Poi, il buon rendimento dei conti deposito negli ultimi due anni, ha consentito di mantenere tali giacenze sui conti evitandone un impiego differente. Altra liquidità sarà arrivata sui conti perché qualcuno ha dovuto vendere la seconda casa (nei peggiori casi addirittura la prima) non potendo più sostenerne i costi o avendo esigenze di liquidità aggiuntiva. Qualcun altro ha venduto, per gli stessi motivi, la casa ereditata dal nonno. Infine, dimissioni o licenziamenti hanno generato un po' di liquidità da Tfr da gestire (se non già utilizzata per spese straordinarie).

Per tali motivi, dunque, vi sono depositi postali e bancari attivi più di quanti ce n'erano un paio di anni fa.

Prendendo coscienza della circostanza che il far decantare tali somme sui conti correnti equivale a vederli diminuire (spese bancarie e inflazione sono sempre in movimento), bisognerebbe affrontare una scelta che eviti, almeno nel breve periodo, questo effetto.

Senza andare, come arco temporale di riferimento, oltre l'anno e mezzo, possiamo subito affermare che, in questo momento, una buona parte della liquidità disponibile può ancora rimanere sui conti deposito che, se ben tarati, tengono il passo con l'inflazione e danno una certa tranquillità.

A chi piacciono le obbligazioni (personalmente non le ho mai amate tanto) può approfittare della danza dello spread ma senza esagerare. Da evitare, per mia personale visione, quelle delle banche. In ogni caso, per avere rendimenti decenti, bisogna allungare le scadenze e, con questi "chiari di luna", non mi sento certo di consigliarlo.

I buoni fruttiferi postali, tanto amati dagli italiani, perdono al momento il loro appeal. Un pò a causa dell’introduzione del bollo (che dal 01/01/2013 è passato allo 0,15% per valori medi superiori ad € 5.000); un po’ a casua dei rendimenti che, su tutte le scadenze di breve e medio periodo, sono più bassi rispetto a quelli dei conti deposito (nonostante abbiano una tassazione, rispetto a questi ultimi, più bassa, cioè al 12,50% contro il 20% dei conti deposito). Si potrebbero preferire i BFP solo per scadenze più lunghe (non si perdono tutti i benefici di tasso se si svincolano prima i buoni), e per quei prodotti dedicati ai minori (in quanto i rendimenti sono migliori di quelli ordinari ed hanno un arco temporale più lungo e legato all’età del bambino: cioè non si svincolano prima dei 18 anni di età). Inoltre, li può preferire chi ha basse somme da mettere a risparmio in quanto vi si accede anche con tagli da € 50.

Spunti interessanti, invece, sono offerti dal mercato azionario. In particolare, in questo momento di affanno dei listini, vi potrebbero essere opportunità di entrata sempre tarando un periodo di uscita non superiore ad alcuni mesi. Le azioni che mi sento di consigliare sono quelle del mercato americano (ed anche del mercato anglosassone), non solo perché su questi mercati al momento non vi è intenzione di applicare la Tobin Tax, ma soprattutto perché, per esperienza personale, vi è la possibilità di seguire strategie di breve periodo, comunque, con qualche soddisfazione. Per buoni risultati sulla strada delle azioni, ci vuole però un po’ di dimistichezza anche con gli “strumenti salvagente”.

Per quanto riguarda invece gli immobili, benché il mercato offra possibilità di acquisto con sconti tra il 10% ed il 20%, il mattone non sembrerebbe un buon investimento per chi vuole metterlo a rendita in quanto gli affitti percepiti, in conseguenza delle difficoltà delle famiglie e per le spese di gestione delle seconde case, lasciano sul campo buona parte del loro valore. Infatti, da un'indagine condotta da Bankitalia, gli affitti non sono destinati a crescere ed anzi potrebbero anche decrescere. In ogni caso, se proprio si vuole investire, preferirei le nuove costruzioni. Per la strategia di rivendita, invece, bisogna ben calibrare il proprio arco temporale in quanto dalle ultime analisi, solo dal 2015 ci si potrà aspettare una lenta ripresa. Chi, invece, ha la possibilità di acquistare casa per abitarci, non deve farsi spaventare dalle incertezze del mercato immobiliare, in quanto, non solo vi è un discorso di convenienza economica, ma vi è una scelta di vita. Inoltre, le attese sulla rivalutazione hanno un arco temporale certamente più lungo per realizzarsi. Al contempo si deve essere certi di fare l'acquisto giusto ed al prezzo giusto per questo momento di mercato. Quindi visitate molte case e diventate esperti della zona in cui volete trasferirvi, senza evitare di visitare case con prezzi di vendita apparentemente fuori dalla vostra portata (non sempre i cartelli di prezzo delle agenzie esprimono la reale aspettativa di realizzo dei venditori). Consigliato, se ad un buon prezzo, l’acquisto dell’immobile che si conduce per la propria attività lavorativa.

Andando al concreto (per chi non ha bisogno o la possibilità di comprare la prima casa o l’immobile strumentale) si potrebbero rimandare a fra circa un anno le decisioni importanti applicando una semplice quanto efficace strategia di attesa. Questa strategia prevede un portafoglio molto semplice che implica la conoscenza di un solo strumento: i conti deposito.

Infatti, senza arrovellarsi il cervello su quale sia la scelta più giusta, lo strumento finanziario più sicuro, più redditizio ecc, e senza voler puntare su investimenti a più lunga scadenza, ci si può concentrare sulla conoscenza dei conti di deposito che, ad oggi, offrono ancora rendimenti interessanti.

I passi per avere un giusto equilibrio costi/benefici, sono fondamentalmente tre.

1) Selezionare le banche che ancora pagano il bollo per conto del cliente (visto che adesso è prevista un’imposta di bollo dello 0,15% per giacenze medie superiori ad € 5.000).
2) Comprendere i diversi prodotti offerti e confrontare i rendimenti lordi per tipologia e durata.
3) Decidere, eventualmente, di aprirne anche più di uno in quanto sono praticamente a costo zero (se però le differenze di rendimenti sono minime, apritene uno solo, con l’avvertenza di verificare che l'Istituto scelto aderisca al fondo di tutela interbancario dei depositi).

Utilizzando il giusto mix (che dipende dalle vostre esigenze di liquidità da qui ad un anno), dovrete distribuire la liquidità, fondamentalmente, sul deposito libero e sul deposito vincolato. Quanto più le vostre esigenze di liquidità nell’arco temporale considerato sono ridotte, tanto più la quota di deposito libero potrà essere bassa (io non scenderei comunque sotto il 20-30% dei vostri risparmi disponibili) scegliendo ovviamente il conto deposito che offre il rendimento per il deposito "libero" più alto. Il resto sarà appostato con vincolo a 12 mesi sul conto che vi offre il rendimento a scadenza più altro. Se siete attenti e curiosi riuscirete a trovare prodotti che offrono rendimenti vicini ai depositi a scadenza, ma con la flessibilità di utilizzo vicina ai conti liberi (vi è solo da dare un preavviso di circa 30gg per lo svincolo).