lunedì 31 dicembre 2012

"Comprendere" è una Nuova Partenza!



Abbiamo imparato a lottare ed a soffrire, a perseverare ed a ricominciare.

Sostenuti dal coraggio e dall'altruismo cieco ci siamo spinti sempre più avanti senza risparmiare nessuna delle nostre risorse, arrivando anche a logorarci l'animo per sforzi rimasti senza esito.

Per caso, poi, ricordiamo di aver cominciato a lottare per qualcosa o per qualcuno e capiamo che non conta quanto ci affanniamo, ma conta non perdere di vista ciò per cui abbiamo iniziato.

La mancanza di comprensione ha provocato perdite di amore e di amicizia più di quanto abbia fatto la mancanza di amore e di affetto.

Agiamo riempendoci di aspettative per noi e per gli altri e siamo certi che gli altri comprendano i nostri sforzi. Le aspettative sono però un velo per tutto quello di cui noi ci sentiamo sprovvisti e di cui siamo alla ricerca. Questo velo non aiuta gli altri a comprendere i nostri sforzi.

Comprendere non significa proiettare le proprie aspettative sugli altri esigendo che gli altri le comprendano.

Comprensione è spogliarsi di ogni velo affinchè, di riflesso, chi ci circonda faccia lo stesso con noi. Solo allora, quando si è completamente spogli di aspettative, si è pronti per comprendersi.

Non dobbiamo, dunque, mollare; dobbiamo semplicemente rallentare e sforzarci realmente a comprendere e a farci comprendere. Sarà un modo per recuperare energie e per condividere con gli altri una nuova partenza!

martedì 23 ottobre 2012

Il Cammino Imperfetto




Ho cominciato a scrivere questo articolo più volte ed ogni volta cominciavo in modo diverso.
 
E' da un po' di tempo che non scrivo, ma non è la prima volta che mi capita. Forse voglio essere sicuro di trasmettere il significato desiderato senza impegnare troppo chi legge.
 
Alla fine, però, come tante altre volte, ho scritto senza essere sicuro completamente, ma ho accettato quell’incertezza che mi ha fatto uscire dall’impasse ed ho scritto fino alla fine un articolo che, nel complesso, mi soddisfa in quanto mi sembra trasmetta il concetto che mi proponevo.
 
Infatti, credo di aver interpretato, in queste righe di premessa, quello che spesso, anche in maniera alquanto ovvia, ci capita prima di intraprendere un nuovo cammino su una strada che non abbiamo mai percorso: cioè siamo affogati dai dubbi!
 
Quasi sempre, però, in maniera non sempre ovvia, facciamo i primi passi e, dopo le esitazioni iniziali, ci rendiamo conto, guardandoci alle spalle, che eravamo fermi in un punto pericoloso (oppure stavamo semplicemente percorrendo una strada tranquilla che però non portava da nessuna parte).
 
Ciò non vuol dire che dobbiamo affidarci al caso ed evitare i sentieri tranquilli.
 
Vuole solo far riflettere su tutte le volte che, accettando un po’ di incertezza, ci siamo trovati su un percorso casuale che, in un periodo più o meno lungo, si è trasformato nella strada principale del nostro cammino. Abbiamo potuto pensare che non fosse quello giusto, ma se ci siamo sforzati a comprenderne i limiti e siamo stati capaci di riadattare i nostri progetti, gli avremo dato altrettanto valore rendendolo speciale. Se facessimo sempre così, smetteremo di vivere nella speranza di trovare il cammino perfetto.

*Un ringraziamento a GIO per la foto e per la condivisione di questo pensiero (oltre che della passione per le passeggiate in montagna)

giovedì 12 luglio 2012

L’investimento più fertile.



A qualcuno è venuto il dubbio che io abbia un po’ perso di vista i presupposti con cui era nato questo Blog. Forse perché, senza leggere in maniera approfondita alcune pagine significative in cui spiego come è nata questa idea, si è identificato il termine “investitore” con un soggetto mosso principalmente da motivazioni economiche (cosa che, più volte, ho escluso).

Vorrei far notare che, l’argomento “investimento”, nella mia ampia interpretazione (che di seguito andrò ad illustrare), è sempre l’argomento principale del Blog e si può trovare in quasi ogni articolo (salvo divagazioni).

Infatti, il tempo passa e cambiano, con esso, i contesti in cui ci muoviamo; cambia la fase della nostra vita e cambia anche, almeno secondo la mia modesta visione, l’oggetto sul quale i nostri personali investimenti si devono concentrare.

Non si può pretendere di avere sempre la stessa strategia di investimento al cambiare dei contesti di riferimento; sarebbe come giocare a golf utilizzando sempre la stessa mazza.

Ed infatti c’è stato il tempo in cui si doveva investire in energia fisica e spirituale. Ciò sarà servito in momenti in cui l’emotività e la resistenza fisica sono stati messi a dura prova dagli eventi. Questo investimento dovrà, in un modo o nell’altro, trovare sempre un po’ di spazio nella nostra vita. C’è stato (e ci sarà) un momento in cui si poteva investire “in un certo modo” negli strumenti finanziari ed in quel momento ho illustrato abbondantemente il mio modo di farlo. Non che adesso non si possa più fare, ma adesso quel “modo” di farlo è per forza di cose diventato più speculativo e quindi molto più pericoloso per chi non lo fa per professione. Poi ci sono i momenti in cui si pensa ad investimenti su cose molto più materiali, come può essere una casa (anche quella che è la “prima casa” e che, a prima vista, potrebbe non avere le caratteristiche dell’investimento).

Un investimento al quale non si può, poi, rinunciare è quello che riguarda il rapporto con il mondo che ci circonda. Più le difficoltà ci perseguitano (anche con il clamore che i mass media in questo periodo stanno fornendo) e più dovremmo avere l’esigenza di dare valore ad ogni cosa che esiste intorno a noi. Solo così potremo afferrare il sottile passaggio tra i momenti di ansia e tensione e quelli di affrancamento e serenità.

Quindi è necessario avere la preparazione per affrontare ogni investimento della nostra vita, ma si dovrà avere anche la capacità di capire quando è il momento giusto e quando invece è arrivato il tempo di cambiare strategia (o cambiare mazza da golf).

Per cui non vi dovrete sorprendere se nei prossimi articoli vi dovessi parlare della “terra”, dei suoi frutti o degli altri benefici che essa può dare all’uomo.

Non vi dovrete sorprendere perché anche in quell’occasione non sarò fuori argomento rispetto alle altre pagine che trovate in questo Blog. Non vi dovrete sorprendere in quanto, realmente, seminare un buldo o piantare un fusto, equivale ad investire nella maniera più naturale possibile.

E, quando sboccerà un fiore o spunterà un frutto, avremo tra le mani il risultato più gratificante che i nostri investimenti ci abbiano mai dato.

giovedì 31 maggio 2012

La Finestra Verde



Nella vostra vita vi sarete spesso trovati con il bisogno di riscatto o di affrancamento nei confronti di qualcosa o di qualcuno o rispetto a ciò che immaginavate si realizzasse per voi e per i vostri cari e che, invece, tardava ad arrivare. Il modo migliore per vivere in pieno questo sentimento non è quello di “vincere” o di “sconfiggere”. Il modo migliore è la “felicità” che si può trovare nell’amare ciò che si fa e ciò che si è.

L’uomo, però, non deve smettere di configurare nella propria mente un’immagine chiara e definita delle cose che desidera avere, delle cose che desidera fare o di ciò che vuole diventare (o ciò che "è" ma non sa ancora di essere). Deve mantenere questa immagine mentale nei suoi pensieri e nel frattempo deve essere profondamente grato per ciò che ha, per ciò che fa e, soprattutto, per ciò che "è".

Ho sognato, per molto tempo, di scrutare dalla finestra di casa solo il colore verde. Da un po' di tempo, vedo dalla finestra di casa solo il verde.

Non ho mai smesso di amare ciò che stavo facendo, ma al contempo immaginavo di svegliarmi un giorno, tutti i giorni, con i miei figli. Ora è quello che da domani farò.

Per questo non posso che esortarvi a non aver timore di fare un cambiamento improvviso e drastico se si presenta l’opportunità e se, dopo attenta riflessione, sentite che si tratta dell’opportunità giusta. Ma non compite mai un’azione improvvisa o drastica se non siete certi che sia quella giusta.

martedì 28 febbraio 2012

Anno Ultimo o Anno Primo?


 
Oramai sembra quasi esorcizzata la paura per la preannunciata “fine dei tempi” che dovrebbe verificarsi nel dicembre dell'anno in corso. Infatti, se si vogliono prendere come punto di riferimento le misurazioni delle ere dei calendari Maya, nel Tempio delle Iscrizioni (sito sacro per il popolo mesoamericano) si possono rilevare date che vanno ben oltre il 21 dicembre 2012. Una di queste, ad esempio, fa addirittura riferimento al 21 ottobre 4772!

Del resto, catastrofi non generalizzate, che ogni giorno accadono davanti ai nostri occhi, si susseguono con un ritmo non più controllabile e sono legate a problemi del nostro ecosistema la cui causa siamo sempre e soltanto noi!

Di certo, quanto ipotizzato con alcuni amici, circa un anno fa, e cioè che, l'epilogo della pseudo-crisi che stiamo attraversando, come fine di un'era, si sarebbe prima o poi potuto avere con un collasso finanziario del sistema – inteso come collasso del concetto di moneta di scambio nelle transazioni commerciali, che vanno a coinvolgere in ultima analisi la vita delle famiglie e delle persone – potrebbe essere più facilmente ipotizzabile in questo momento.

Devo però dire che, benché non possa affermare di essere particolarmente contento per come stanno avvenendo i cambiamenti in atto, non mi sento particolarmente preoccupato per la sorte dell'umanità. Anzi, per quella che è la mia visione dei prossimi anni, potrei rievocare lo spirito dei Maya che accoglievano sempre in maniera positiva l'avvento di una nuova era, nonostante dovesse comportare una profonda spaccatura con quella precedente.

Quello che voglio in pratica dire è che, se riusciamo a comprendere la direzione pratica per risolvere da soli le nostre difficoltà (senza che vi siano entità nazionali o sovranazionali che la impongano), riusciremo ad adattarci al cambiamento in corso senza però subirlo. Non dobbiamo dare per scontato sacrifici insostenibili imposti da qualcuno per far salire al potere un "nuovo ordine mondiale" (espressione utilizzata per soddisfazione della grande massa dei complottisti), ma dobbiamo prevenire i problemi annullando per noi e per i nostri figli gli effetti “nocivi” di tali sacrifici. L'unico modo per fare ciò è trovare giorno per giorno sempre nuove strade per essere sempre meno dipendenti dal sistema di cui facciamo parte, benché sia difficile esserne completamente fuori.

In definitiva, per completare con una metafora venuta fuori da una chiacchierata di alcuni giorni fa con un amico, vedo questo periodo come un grande imbuto capovolto nel quale tante particelle frenetiche si dimenano per incanalarsi in una stretta salita. Molte di queste particelle si disperderanno, ma quelle che riusciranno, anche con sacrificio, a vedere la via d'uscita della strettoia, potranno accedere ad un livello superiore (un upgrade) della propria vita nel quale si schiuderanno numerose possibilità. Si dovrà solo avere l'umiltà e la voglia di mettere in discussione i punti fermi che ci hanno guidato fino ad ora.

(Inoltre, vi prego di non farvi prendere dalla psicosi collettiva sulla quale molti hanno costruito e stanno ancora costruendo business milionari).