domenica 7 marzo 2010

L'Inquisitore.


Ho bisogno di fare una breve introduzione per passare, poi, tramite analogia, a descrivere un particolare tipo di personalità che, forse tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo incontrato.

Sicuramente avrete sentito parlare dell’Inquisizione, che storicamente è un’istituzione ecclesiastica fondata dalla Chiesa Cattolica nei primi secoli del secondo millennio (più o meno a metà dell’epoca medievale), per accusare ed indagare gli “eretici” (1).

Oggi la chiesa ha chiesto scusa, riguardo all’inquisizione, per i peccati dei suoi appartenenti.
Rimane il fatto che “la Romana e Universale Inquisizione” (creata nel 1542 da papa Paolo III) fu rinominata in “Sacra Congregazione del Sant'Uffizio” il 29 giugno 1908 da papa Pio X.
Il 7 dicembre 1965 papa Paolo VI ne cambiò il nome in “Congregazione per la dottrina della fede”.
Papa Giovanni Paolo II (Wojtyła) ne ha ridefinito i compiti (il suo scopo ora è promuovere e tutelare la dottrina della fede e dei costumi cattolici) ponendovi a capo nel 1981 Joseph Alois Ratzinger, l'attuale papa Benedetto XVI.

In pratica la Chiesa non voleva che il popolo si scegliesse le proprie credenze, lo voleva obbediente alla fede da essa proclamata; era ostile alle novità scientifiche ed alla ragione ed era a difesa dei pregiudizi; condannò anche Galileo (1564-1642) e lo costrinse ad abiurare.

Di fronte al tribunale dell’Inquisizione, il sospettato era considerato colpevole se non riusciva a dimostrare la sua innocenza. Le prove erano raccolte in segreto, servendosi di delatori e torture, chi collaborava otteneva indulgenze.

L’imputato non aveva diritto al contraddittorio; a volte abiurava; il processo non era pubblico, però massima pubblicità era data alla sentenza ed alla sua esecuzione, allo scopo di ammonire e terrorizzare il popolo; generalmente le sentenze erano eseguite la domenica, giorno di festa; la scomunica di questi eretici prevedeva la confisca dei beni; finché rimanevano in vita, erano dichiarati incapaci di testare e di ricoprire cariche pubbliche.

Ora che ho descritto i caratteri salienti di questa istituzione, ho gli elementi per descrivere la personalità che ho potuto riscontrare in alcune conoscenze che ho fatto nella mia vita.


Ovviamente l’associazione non è da vedere in termini esclusivamente negativi, ma vuole essere una caricatura che, in quanto tale, ne esalta le caratteristiche più evidenti, non volendo sintetizzare il complessivo carattere di queste persone.

Tutti possiamo avere opinioni e modi di fare differenti dagli altri, ma l’Inquisitore (questo è l’appellativo che darò a questa personalità), è un soggetto che accetta solo le persone conformi (obbedienti) al proprio modo di essere e di fare. Non accetta la ragione, non mettendo mai in discussione le proprie credenze; quindi rifiuta il confronto con altri punti di vista diversi dal proprio (in alcuni casi peggio: non li considera neanche esistenti) confutandone a priori il valore.
La persona che prova, legittimamente, ad esprimere opinioni contrarie o ad agire in difetto dei principi dell’Inquisitore, è messo sotto accusa ed ha poche possibilità di difendersi, perché le proprie parole e le proprie azioni sono oscurate dalla rabbia e dalle azioni dell’accusa (non vogliono proprio sentire le vostre parole e non accettano affatto il vostro modo di fare).
Nel momento in cui è accertato che, il vostro modo di pensare e di fare, è diverso da quello proclamato dall’Inquisitore, siete condannati.
Per voi le conseguenze materiali e morali sono inevitabili e incontrollabili.

Quindi, a meno che non pensiate ed agiate, sempre, similmente a persone con queste caratteristiche, dovrete, ad un certo punto, capire come gestirne il rapporto.

Vi sono alcune vie che ho considerato e che spero non siano le uniche:

1) Evitare di avere rapporti frequenti con tali persone (ove possibile).
Non interpretate questa soluzione come paura o come una sconfitta, ma come un modo per non avere l’influenza negativa di tali personalità, sul vostro equilibrio psico-fisico.

2) Nel caso in cui non possiate evitare il rapporto con tali persone (per motivi lavorativi, familiari e sociali) vi sono alcune alternative:
      a) essere falsamente compiacente. Questo equivarrebbe ad essere sottomessi. Per stare qui a discuterne significa che non ci sta bene essere compiacenti, ma in alcuni casi potremmo, per convenienza, essere addirittura costretti ad esserlo.
      b) assumere un atteggiamento di indifferenza. Purtroppo questo atteggiamento non sempre porta a stabilità nelle relazioni, in quanto, l’esuberante personalità dell’inquisitore, troverà sempre qualcosa in voi da mettere in discussione sulla base delle proprie credenze personali. Anche in questo caso, il vostro comportamento potrebbe, in ultima analisi, comportare sottomissione.
      c) arrivare allo scontro. In questa ipotesi però tutto dipenderà dalla vostra forza personale, non solo emotiva, ma, all’estremo, anche fisica. L’inquisitore non comprenderà nessuna ragione, neanche la più ragionevole; per lui siete una minaccia al proprio dominio, alle proprie convinzioni personali, alla propria sicurezza. Arriverà anche a dire cose che realmente non pensa per affermare il proprio dominio. E soprattutto quest’ultima cosa potrebbe avere degli effetti su di voi molto negativi.

Quindi, sembrerebbe che, per chi è costretto a convivere con tali personalità, non vi sia scampo.
Ritengo però che si possa aggiungere un altro punto che potrebbe essere un piccolo sentiero verso un punto di equilibrio di questo tipo di relazioni:
      d) come la chiesa ha chiesto scusa per i peccati legati all’inquisizione, vi è sempre la speranza che, queste persone, riescano, pur non cambiando la loro struttura di fondo, a capire che, per convivere con gli altri in maniera non conflittuale, sarà necessario smussare gli spigoli della propria struttura, non arrivando sempre allo scontro… dall’altra parte però, chi convive con queste persone, dovrà essere cosciente del fatto che è di fronte ad una struttura di fondo abbastanza forte e rigida, per cui non dovrà prendersela troppo quando vi saranno sbalzi umorali che faranno perdere di nuovo il controllo all’inquisitore, con la speranza che, quando si calmeranno le acque, riuscirà di nuovo a comprendere (ed accettare) chi gli sta accanto!!

(1) Gli eretici erano “Tutti quelli che dicono, insegnano, predicano o scrivono contro la sacra Scrittura, contro gli articoli della Santa Fede, contro i SS. Sacramenti e riti, ovvero uso d’essi; contro i decreti dei S.Concilii e determinazioni fatte dai Sommi Pontefici; contro la suprema autorità del sommo Pontefice; contro le tradizioni apostoliche; contro il Purgatorio e le indulgenze; quelli che rinnegano la Santa Fede facendosi turchi o ebrei o d’altre sette e lodano le loro osservanze e vivono conforme ad esse; quelli che dicono che ognuno si salva nella sua fede…” (Breve informazione del modo di trattare le cause del S. Officio per i molto reverendi Vicarii della S. Inquisizione istituiti nelle diocesi di Parma e di Borgo S. Donino…Parma, 1628).

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