venerdì 28 maggio 2010

Notizie e mercati finanziari: come affrontare lo stress psicologico da crisi.


Consiglio di leggere questo post a chi sta pensando di cominciare a gestire i propri risparmi in maniera autonoma, ma anche a chi già ha cominciato ad investire da solo la propria liquidità in esubero (rispetto al soddisfacimento dei bisogni primari e secondari). Infatti, molto spesso, ci si concentra sulla preparazione formalizzata di libri e di corsi, ma si dimentica di porre la giusta attenzione su altri aspetti che possono fare la differenza.

In questo mese di maggio stiamo assistendo a movimenti dei mercati finanziari molto volatili con perdite di valore che hanno portato a bruciare in poche settimane i recuperi che si erano accumulati in diversi mesi.

Ciò potrebbe essere attribuito al clamore che hanno suscitato alcune notizie di carattere macroeconomico le quali non convincono ancora in termini di ripresa ed anche all’incertezza che sta generando la crisi del debito che affligge la comunità europea.  

Sicuramente è un ragionamento che ha le sue basi e viene da tutto un periodo in cui si diceva che la crescita dei mercati era stata un po’ troppo elevata rispetto all’effettiva ripresa economica, facendo quindi temere la possibilità di una nuova bolla.

Effettivamente, questi due aspetti, messi insieme, stanno guidando l’andamento dei mercati di questo ultimo mese.

Vi è una massima che dice “sell in May and go away”, in pratica vendi in maggio ed esci dal mercato, che statisticamente anche quest’anno ha dato belle soddisfazioni (almeno provvisorie e quantomeno di carattere emotivo) a chi il 1 maggio ha liquidato tutte le sue posizioni in azioni ed è andato anticipatamente in vacanza.

Questo, ovviamente, è solo un esempio di come la psicologia di massa sia in grado di guidare, per molti aspetti, i grandi movimenti delle borse.

Ed infatti una decisione come quella di cui sopra, avrebbe dovuto trovare conforto, oltre che in una tradizione, anche in precisi segnali operativi.

Le grandi Istituzioni Finanziarie (le grandi banche d’affari) sanno che i comportamenti delle masse sono molto influenzati dagli aspetti emotivi che determinati eventi possono innescare nella moltitudine dei piccoli investitori. Ed infatti le loro strategie di investimento, che si trasformano in efficacissimi algoritmi, sempre più spesso si basano anche su tali movimenti delle masse ai quali rispondono con strategie contrarie per sfruttare le loro debolezze psicologiche (comprando quando le masse svendono e vendendo quando le masse hanno fiducia e comprano, spingendo alle stelle i prezzi dello strumento finanziario).

Chi decide di investire autonomamente i propri risparmi, spesso (ma purtroppo non sempre) sceglie di cominciare con una fase di studio alla quale fa seguire un periodo di monitoraggio dei mercati per comprenderne le dinamiche e per cercare di fare scelte perlomeno consapevoli nel momento in cui decide di operare.

Molti lo fanno e molti approfondiscono bene anche gli aspetti tecnici legati all’investimento in borsa.

Quello che forse è lasciato un po’ al caso è, invece, la preparazione psicologica per affrontare i mercati.

Infatti, dal punto di vista psicologico, è semplice investire in un titolo che, dopo il nostro acquisto, comincia a salire e ci fa guadagnare dei soldi. Al massimo ci si potrà pentire di averlo venduto troppo presto perché poi ha continuato a salire.

Più difficile è investire in un titolo che comincia, dopo il nostro acquisto, a dare segni di cedimento. Cominciano a venirci i primi dubbi sulla nostra decisione e rispetto alle analisi e alle valutazioni che ci hanno spinto all’acquisto.

In questi casi il giusto approccio dovrebbe essere il seguente: se ci si accorge subito di aver sbagliato, si vende, si incassa una piccola perdita e si guarda oltre. Al contrario, se siamo convinti della nostra analisi, aspettiamo, tanto il titolo dovrà salire.

In entrambi questi casi l’aspetto psicologico gioca un ruolo fondamentale.

Infatti, i due casi sono stati descritti come da manuale, ma nella realtà interviene un aspetto (quello psicologico appunto) che potrà distorcere in maniera sostanziale la nostra capacità cognitiva rispetto all’analisi del titolo azionario (o di altro strumento finanziario) sul quale abbiamo deciso di investire.
Per cui potrà succedere di tenere il titolo quando invece andava venduto o potremmo venderlo quando, in base a valutazioni non influenzate dall’aspetto psicologico, era opportuno attendere ancora.

Questo è quello che avviene normalmente per il piccolo investitore.

Immaginate questo ragionamento esteso alla moltitudine dei piccoli investitori e proiettato in periodi come quello attuale, in cui regna tanta incertezza e le oscillazioni degli strumenti finanziari e più in generale degli indici di mercato sono ampi, repentini e in direzioni imprevedibili.  Almeno per il piccolo investitore, sul quale la componente psicologica incide in misura certamente importante nelle scelte di investimento (o disinvestimento), la situazione si può trasformare in una causa di particolare stress.

Infatti, stress e panico possono provocare ulteriori movimenti che vanno a rafforzare quel concetto di “irrazionalità” dei mercati che fa paura a molti.

Allora come si può fare per rendere le scelte del piccolo risparmiatore un po’ più razionali o almeno non autodistruttive??

Il primo e intuibile comportamento che si deve cercare di mettere in atto nel momento in cui ci rendiamo conto di essere presi dallo stress e dal panico è di fermarsi a riflettere un momento, cercando di assumere un atteggiamento quanto più distaccato da ciò che sta avvenendo, pensando di essere non direttamente coinvolti ma di stare, magari, a dover dare un consiglio ad un’altra persona rispetto alle proprie razionali considerazioni del momento che si sta affrontando.

Di certo non è un tipo di atteggiamento che si può riuscire ad assumere da un giorno ad un altro. Del resto affermati trader confessano che è stato un aspetto della loro attività che hanno un po’ tralasciato all’inizio, ma che è stato il loro punto di svolta quando lo hanno affrontato e hanno imparato a ridurne gli effetti sulla loro attività (confermando che è difficile in ogni caso eliminarne definitivamente l’influenza).

Ma se non è semplice superare tale scoglio, il punto di partenza per migliorarlo è, quantomeno, prendere atto della sua incidenza sulla propria operatività di investitore.
Solo in questo modo, con il tempo, si potrà imparare a smussarne gli angoli.

Alcuni psicoterapeuti affermano come molto spesso i pensieri e le convinzioni del risparmiatore possono incidere sulle emozioni e sulle scelte di investimento.
Per esempio aspettarsi sempre un crollo dei mercati e quindi farsi prendere dal panico, portano molto spesso a scelte di investimento autodistruttive (1). Rendersi conto invece che i mercati finanziari hanno i loro cicli (vedi i miei post sui cicli economici prima parte e seconda parte), che più o meno si ripetono nel tempo, può aiutare a comprendere meglio i movimenti dei prezzi e a seguirli fino a quando arriveranno ad un livello che sarà per noi il giusto prezzo o anche, se siamo particolarmente pazienti, un prezzo di “saldo” (un affare), che nella maggior parte dei casi si trasformerà, in un periodo più o meno lungo, in un guadagno.
Ecco perché, come dicevo prima, le banche d’affari investono sempre di più sfruttando i movimenti delle masse, applicando ai propri algoritmi, i principi della Finanza Comportamentale (argomento che merita un approfondimento a parte).

La nostra analisi dovrà, invece, avere a supporto lo studio degli indicatori che avremo nel tempo ritenuto affidabili per il nostro tipo di operatività. Solo quando questi indicatori (che possono essere di carattere fondamentale o di carattere tecnico), coincideranno nel tipo di segnale operativo, potremo dare esecuzione alla nostra strategia.
Una notizia a quel punto potrebbe essere la conferma che la nostra analisi è stata efficace e ci conforterà, così come verrà confortata la nostra strategia di investimento.

Di sicuro vi sono trader che operano con un arco temporale strettissimo e sono pronti a sfruttare le oscillazioni che una notizia può generare un determinato giorno, uscendo subito dal mercato con un piccolo gain e attendendo una nuova notizia.
Questo tipo di operatività è però seguita da trader che, generalmente, fanno questo per mestiere e che non possiamo neanche classificare come “investitori”.

Il piccolo investitore deve avere come riferimento un arco temporale medio lungo e deve riuscire a perseguire una strategia che nel tempo gli garantisca di preservare il proprio capitale (anche tenendo conto del fenomeno inflattivo), cercando, al contempo, un rendimento superiore a quello che si avrebbe investendo i titoli più sicuri (es. obbligazioni, non soggetti a particolari oscillazioni ma con rendimenti medio bassi) o peggio ancora lasciando i propri risparmi a marcire sul conto corrente.

Rendendo contestuale all’attuale momento dei mercati finanziari questi ragionamenti, l’unico invito che si può fare è quello di attendere; verificare la propria strategia e capire se è ancora adeguata (dovrebbe esserlo se si è fatto un ragionamento che in partenza teneva conto delle oscillazioni cicliche dei mercati). Se ci si rende conto che i presupposti della nostra strategia stanno venendo meno, dovremmo prendere le nostre decisioni non in base alle notizie che ci vengono proposte con clamore dai media, ma valutando gli effettivi movimenti dei prezzi e se questi, al raggiungimento di determinati livelli, insistono o tornano indietro.
Non si possono di certo approfondire questi indicatori in questa sede, ma se non avete idea di cosa sto parlando (quando parlo di analisi fondamentale e analisi tecnica), vuol dire che il vostro ingresso in borsa è stato azzardato oppure vuol dire che non siete ancora pronti per affrontarlo, non solo dal punto di vista psicologico, ma soprattutto dal punto di vista delle conoscenze che dovrebbero aiutarvi a predisporre la vostra strategia di investimento.

Se invece state già investendo in borsa con discrete conoscenze, voglio lasciarvi con alcuni consigli “anti stress” che ci ha fornito un po’ di tempo fa l’Università di Alabama per i casi in cui lo stress e il disagio da borsa  comincia a farsi sentire (forse in questo periodo storico un po’ di stress il piccolo investitore lo avrà di certo accumulato). Non che per applicare questi principi si debba arrivare all’estremo. Per evitare che servano in un momento estremo è bene tenerli come riferimento quando si ha ancora la possibilità di fare scelte non drastiche.
Il principio sottostante a questi consigli è quello di concentrarsi sulle cose concrete che si è nelle possibilità di attuare senza stressarsi su quello che si poteva fare e non si è fatto.

1) Il primo consiglio è di preparare un proprio budget familiare per razionalizzare gli effetti delle eventuali perdite subite, riadattando le proprie spese familiari al nuovo contesto che ci si accinge ad affrontare.

2) Il secondo consiglio è quello di evitare di saturarsi di informazioni, in quanto benché lo scopo è di vederci più chiaro possibile, il risultato sarà di avere la mente ancora più confusa evitandole di avere la giusta calma per riflettere invece sugli aspetti reali che possono dare un contributo alle nostre valutazioni. Per cui si deve staccare la spina e concentrarsi sui propri investimenti in un’ottica di medio lungo periodo.

3) Il terzo consiglio è legato al secondo ed è quello di non isolarsi, ma approfittare delle pause e dei momenti di riflessione per dedicarsi a tutti gli altri valori della propria vita come la famiglia, gli hobby, la cura della salute.

4) E proprio su quest’ultimo aspetto si fonda il quarto consiglio che ci dice che dobbiamo curare il fisico, in quanto questo deve essere pronto ad affrontare lo stress psicologico derivante dall’operatività in borsa che, come sappiamo, si ripercuote inevitabilmente sul fisico. E se il fisico non è pronto ad assorbire tale stress ci comporterà problemi di altro tipo che moltiplicheranno gli effetti negativi che stiamo subendo.
Per cui, fare una corretta alimentazione ed un minimo di attività per tenere sveglio il sistema cardiovascolare, sarà una saggia decisione.

Per concludere e per riassumere, le nostre decisioni di investimento non devono basarsi esclusivamente sulle notizie, che potranno essere semmai la conferma che le nostre scelte sono state giuste, e quindi non devono essere l’unica molla che ci porta ad agire (tenendo tutti ben presenti i consigli di cui sopra con la speranza che non debbano essere la nostra ancora di salvataggio).

Un esempio concreto dei principi esposti lo abbiamo sotto gli occhi in questo periodo: i mercati, come detto, in maggio hanno perso tantissimo nonostante ci sono state anche notizie positive, che potenzialmente potevano controbattere quelle negative; e da ultimo si consideri la giornata di ieri: nel premercato americano erano usciti dati macroeconomici inferiori alle attese, per cui ci si poteva aspettare un’apertura negativa con conseguenze anche sui mercati europei. Ed invece ieri è stata una cavalcata tutta al rialzo fino alla chiusura!!!



(1) Da una ricerca DEMOS è emerso che la maggioranza degli italiani, per la crisi dei mercati, non si sentono di fare progetti per il proprio futuro ne per quello della loro famiglia (progetti che ovviamente comportano investimenti). E’ il dato peggiore dall’inizio del 2000.

4 commenti:

  1. Buon giorno.
    Io sto già da un po' di tempo pensando di fare qualche investimento nel mercato azionario.
    Per il momento ho qualcosa su conto arancio e qualche buono postale.
    Leggo spesso notizie di carattere finanziario e cerco di seguire, per quanto posso, i mercati.
    Effettivamente da quello che sento, non sembrerebbe il momento adatto per cominciare a fare un po' di esperienza per chi non l'ha mai fatto.
    Tu cosa ti senti di consigliare?

    Ciao

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  2. Grazie per la domanda.

    Per una persona che non ha mai comprato direttamente un'azione, entrare in questo momento di mercato, al di la della direzione che prenderanno le quotazioni nei prossimi tempi, potrebbe essere appunto "psicologicamente" non costruttivo.

    Non che non si possano fare affari in questo periodo, anzi c'è chi ne sta facendo abbastanza, ma semplicemente perchè la volatilità non consente a chi comincia di entrare in maniera consapevole anche con una strategia ben definità.

    Cioè, proprio in questi momenti di mercato bisogna essere psicologicamente molto pronti per non fare "str...ate".

    Ti raccomando però di seguire molto bene come si muovono i vari indici e come si muovono anche gli altri valori del mercato (tassi di interesse, oro ecc.) e soprattutto, al di la delle notizie che possono spingere in un verso o in un altro, la forza relativa con cui si muovo i prezzi, avendo come riferimento l'osservazione dei livelli di prezzo di particolare interesse (soprattutto sugli indici di mercato come dow jones, il nasdaq ed anche quelli europei ed italiani).

    In bocca al lupo

    Ciao!

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  3. E come faccio a capire che è arrivato il momento per cominciare ad investire direttamente evitando le trappole di questo periodo?
    Cioè quale deve essere lo spartiacque che mi dice che il mercato è tornato ad una sorta di normalità?
    Scusa, ma come hai detto tu non vorrei fare str...ate!!

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  4. Non devi avere l'illusione che possa esservi un solo elemento inequivocabile che ti dice che è il momento di comprare o di vendere.

    Devi imparare (scegliendo un metodo, osservandone la validità e applicandolo alla lettera) a definire una serie di elementi che, confermandosi tutti a vicenda, ti possando dare un segnale opeartivo con una validità abbastanza affidabile...

    ... per fare ciò, ti ripeto, è molto importante cominciare dall'osservazione del mercato e dei suoi indici, sia europei sia oltreoceano, in modo da percepire il primo elemento per fare scelte consapevoli: cioè la struttura del mercato e la fase del ciclo economico in cui si vanno a muovere i prezzi degli strumenti finanziari (azioni ecc.) su cui intendiamo investire!

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