lunedì 15 febbraio 2010

Nero su bianco.



Un po’ di tempo fa, comprai un libretto tascabile su cui appuntare i pensieri che, spesso, mi passano per la testa e per i quali, fino ad allora, mi mordevo le mani quando non trovavo carta e penna su cui scrivere.

Da allora scrivo spesso su quel libretto, anche se poi scrivo molto anche sui documenti elettronici che sono tanto bellini e comodi.

Scrivere sulla carta è come disintossicarsi.

Non perché si leva lo sguardo dal monitor sul quale siamo puntati per circa l’80% della nostra giornata lavorativa (ovviamente parlo per me, ma per molti è così). D’altro canto, anche chi fa un lavoro per il quale non deve stare così tanto tempo davanti al computer, può apprezzare il piacere di trovare due minuti per mettere su carta un incontro, una riflessione, un sentimento, un dolore.

Scrivere sulla carta è come disintossicarsi mentalmente perché, al contrario, scrivere su un foglio elettronico (nel senso di scrivere al computer), non mostra, a noi stessi, quello che realmente stiamo pensando e scrivendo, ma mostra quello che stiamo pensando in una forma che ci pare bella da scrivere e da leggere e da poter condividere con altri.

Pertanto diventiamo “dipendenti” dal documento elettronico e non riusciamo completamente ad essere liberi e a disintossicarci dallo schema da questo imposto. Infatti, scriviamo, torniamo indietro, riaggiustiamo, ricancelliamo, tenendo sempre il foglio bello pulito e ordinato, in una forma che è quantomeno non sgrammaticata.

In questo modo, però, l’attenzione si sposta un po’ sulla forma e ci fa perdere di vista la reale sostanza che volevamo imprimere “nero su bianco”.

Non che ciò impedisca di esprimere il concetto a cui stavamo pensando, ma semplicemente lo placa e non lo fa esternare il tutta la tua viscerale espressione mentale.

Ed infatti, mi sono trovato bene da quando ho cominciato a scrivere, sempre più frequentemente, una bozza su un foglio di carta, benché disordinata e sgrammaticata, poi da riportare, quando indispensabile, su un bel documento elettronico, e da conservare nella mia bella cartella dei Documenti sul Computer.

Devo dirvi però che, quando buttavo via la bozza di carta, anche se riportavo tutto quello che avevo scritto (ed aggiunto anche qualcosa in più), sembrava sempre di buttare via anche un po’ del significato contenuto in quelle righe sgrammaticate.

E fu da allora che comprai quel libretto che ora porto sempre con me…

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