domenica 21 febbraio 2010

Retroazione (feedback) - se sbagli, impara!




Ho sempre pensato che, molte delle esperienze negative che riceviamo dalla vita, possono aiutarci ad affrontare meglio le nostre azioni future, traendone ancora maggior frutto.

E’ ovvio che, posto in questo modo, il concetto si può semplificare nel detto “sbagliando si impara”. Anche se, poi, capita frequentemente che ci consoliamo con questa frase dopo aver sbagliato ancora una volta. Infatti, molto spesso, ripetiamo gli stessi errori, anche se la volta prima abbiamo preso una bella lezione.

Forse il succo è questo, ma mi volevo soffermare non tanto sulla constatazione del fatto che le esperienze dovrebbero aiutare a non sbagliare o a sbagliare meno in futuro, quanto sul come affrontare psicologicamente qualcosa che non ci è andata bene o che ci ha segnato negativamente.

E’ vero che a nessuno piace “perdere” e nessuno vorrebbe imbattersi negli spiacevoli inconvenienti che la vita ci riserva e per i quali restiamo male e, a volte, ci angosciamo (pur essendone stati gli artefici).

Quello che, secondo me, va cambiato (e che personalmente mi sto sforzando già da un po’ a perseguire) è la percezione che oggi abbiamo degli eventi negativi.

Proviamo a pensare che, ogni evento che capita nella nostra vita, generato dalle nostre azioni, sia per noi un “feedback”; termine che, comunemente, riusciamo ad associare ad un certo concetto, ma che, nel dettaglio della nostra lingua, può essere rappresentato dal termine di “retroazione” e cioè quel processo di autoregolazione (tipico dei sistemi dinamici) per cui, gli effetti in uscita da un sistema, modificano le grandezze in ingresso del sistema stesso.

In parole povere, il sistema dinamico siamo noi e il nostro modo di agire; gli effetti sono ciò che è generato dal nostro modo di agire e tali effetti modificano le informazioni iniziali del sistema agevolandolo nell’apprendimento.

Per cui, secondo queste considerazioni, ogni evento della nostra vita, può essere interpretato come un momento di apprendimento.

Ovviamente tutti ci auspichiamo feedback positivi dal nostro agire. Quando ciò accade, la circostanza è certamente percepita in maniera più ricettiva in quanto assorbiamo nuove informazioni che ci aiuteranno a migliorare ulteriormente le nostre azioni.

Questo tipo di percezione, purtroppo, è più difficoltoso quando il nostro agire ci comporta eventi spiacevoli.

Se riusciamo a percepire anche questi momenti come dei “feedback” (ovviamente in questo caso avranno un’accezione negativa), potremo aiutarci ad apprendere; di conseguenza potremo migliorare quelle falle del nostro modo di agire che ci possono far focalizzare sugli eventi che non siamo riusciti a controllare, forse perché, però, fino a quel momento, non tenevamo neanche in considerazione e che quindi rendono ancora più duro l’effetto negativo.

Se mentalmente, dunque, affronto un evento negativo pensando: “oggi ho imparato un’altra cosa”, in maniera quasi automatica il senso di disappunto iniziale può placarsi e dare altri elementi su cui riflettere e sui quali iniziare a riprendersi rispetto all’evento capitato.

Le parole che oggi ho scritto, sono il modo per placare la mia rabbia iniziale a seguito di un evento che mi ha lasciato interdetto.

Le parole di oggi servono perché la volta precedente avevo detto “sbagliando si impara”, ma poi ho sbagliato ancora.

Le parole di oggi spero mi siano servite a farmi apprendere che si può migliorare il nostro “sistema” (cioè noi e il nostro modo di agire) non arrabbiandosi e disperandosi, ma concentrandosi criticamente su quali nostri comportamenti o nostre omissioni hanno provocato quel dispiacere.

Infine, spero che le parole di oggi servano anche a chi ha di recente vissuto, come me, un evento di cui avrebbe fatto volentieri a meno, ma che, con coscienza, ha interpretato come un momento di crescita.

2 commenti:

  1. Buon giorno.

    E' molto difficile riprendersi quando giorno per giorno si sbaglia in continuazione. O meglio, quando pare che gli eventi ti siano tutti a sfavore.
    Però anche io da un certo momento in poi ho dovuto, per forza di cose, cominciare a pensarla così.
    E' vero che i problemi non si risolvono da soli o non si risolvono affatto, ma almeno si vivono i nostri giorni in maniera meno "arrabbiata" come dici tu.
    Perchè arrabbiarsi non fa altro che peggiorare una situazione già di per se negativa.

    Lisa

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  2. Grazie Lisa.

    Hai compreso il senso della mia riflessione..

    Ciao

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