domenica 11 aprile 2010

Un futuro senza rifiuti!




La tutela dell’ambiente è un argomento a cui tengo tantissimo e che si sta sempre più imponendo, man mano che, a livello internazionale, si è diffuso il concetto di “Sviluppo Sostenibile”.
Un concetto che, sinteticamente, rappresenta una forma di sviluppo dell’umanità, in tutti i suoi aspetti, che consenta alle future generazioni di continuare ad avere tale sviluppo (sviluppo economico, sociale, demografico, ecc).

Gli interventi programmati e da mettere in atto da parte delle Nazioni Unite, sono molteplici e sono distribuiti a diversi livelli.

Di tali interventi ve ne sono due che ci riguardano da molto vicino, in quanto sono quelli alla portata di tutti e che hanno bisogno del contributo di tutti. Sto parlando del riciclaggio dei rifiuti (strettamente connesso al nostro modo di consumare e differenziare) e del risparmio energetico che si può perseguire sia nelle nostre case sia in tutte le nostre azioni quotidiane.

Nella maggior parte delle città è ormai attivo un processo di raccolta differenziata che ha lo scopo di separare i diversi tipi di rifiuti prima che questi siano conferiti in processi di riciclo o in discariche di vario tipo, evitando che vadano insieme scarti di diversa tipologia e pertanto più difficilmente riciclabili o con difficoltà di smaltimento.

Inoltre, si sono diffusi sempre più di frequente manuali di comportamento e si organizzano, sempre con maggior frequenza, manifestazioni che ci dovrebbero sensibilizzare nel compito quotidiano del risparmio energetico.

Non voglio in questa sede discorrere di tutte le tipologie di rifiuti e del loro trattamento successivo alla raccolta (differenziata o non). Né tanto meno, in questa sede, voglio darvi consigli per risparmiare quotidianamente energia.
Né vi è bisogno di analizzare nei dettagli il danno che l’ambiente subisce giorno per giorno dalla mano dell’uomo.

Vi voglio però dare alcuni elementi per la riflessione che vi inviterò a fare tra qualche istante.

A livello nazionale vi sono dei casi virtuosi di città che riescono a differenziare oltre il 50% della raccolta con obiettivi sempre in crescita (potete constatare che abbiamo un sacchetto che si chiama “indifferenziato” e che costituisce la quota di più difficile smaltimento. La tendenza è a ridurre sempre di più il contenuto di tale sacchetto).

Ovviamente, la differenziazione che facciamo noi è un primo passo. Saranno poi le amministrazioni e i soggetti incaricati che dovranno far si che i nostri sforzi non siano vanificati. Cioè lo sforzo delle amministrazioni dovrà essere ancora di più verso un corretto ed efficace trattamento dei rifiuti differenziati al fine del loro riciclo.

A livello Europeo vi è la città di Copenhagen che ha una percentuale di riciclo superiore al 90% (cioè oltre il 90% dei rifiuti differenziati viene riciclato).

Quello su cui vi invito a riflettere è l’impatto che quotidianamente hanno i nostri comportamenti sull’ambiente. Pensate che in ogni nostra azione, in ogni nostro movimento, in ogni nostro soddisfare bisogni primari e secondari, stiamo incidendo in qualche misura sull’ambiente.

Vi sono delle azioni per le quali, pur mettendoci tutta la nostra attenzione, non possiamo evitare un impatto negativo sull’ambiente (solo non eseguendo l’azione potremmo evitarlo); mentre per altre, il fatto di non incidere sull’ambiente dipende dal nostro modo di essere e di fare. Possiamo seguire le indicazioni che ci sono offerte da più parti e a più livelli, ma anche semplicemente sviluppando in noi un senso di amore verso la Natura.

La Natura deve essere per noi come una madre che ci da i suoi frutti. Non dobbiamo solo consumare e asetticamente restituire le “bucce”. Dobbiamo prenderci responsabilità di ogni nostra azione e ridurre sempre al massimo l’”impronta” che lasciamo sulla Terra

Quindi, un ruolo fondamentale lo gioca innanzitutto la coscienza collettiva che è il punto di partenza di un processo di sviluppo della Terra che sia sostenibile per noi e per le generazioni future.

Naturalmente i nostri sforzi sono nulli se non confortati dalla necessaria introduzione di tecnologie innovative oltre che dalla creazione di processi che possano dare impulso ad uno Sviluppo Sostenibile.

Su tale aspetto si stanno facendo, a livello mondiale, sforzi non indifferenti e progressi tecnologici che ci fanno ben sperare.

Tali progressi spaziano dall’introduzione di nuove metodologie di riciclo, alla progettazione di prodotti ecosostenibili sia nella composizione sia nel processo di produzione (si pensi ad impianti produttivi che utilizzano l’energia solare e che riducono al minimo gli sprechi, reinserendo gli scarti di produzione nel processo).

Un significativo esempio ed impulso ci viene anche e soprattutto dai paesi orientali in forte sviluppo.

Basti pensare che in India, le vicine discariche di Mumbay (ex Bombay) sono diventate una risorsa in cui lavorano, ma soprattutto “scavano”, centinaia di persone per il recupero di materiali da riciclare. Tante piccole imprese sono poi impegnate nella realizzazione di oggetti e accessori partendo da plastiche, legno e metalli recuperati dalle discariche.

Quindi hanno trasformato un problema in un’opportunità. E lo hanno fatto ancor di più se si pensa che, in questo paese, milioni di persone non hanno fognature. Tale circostanza ha stimolato la fantasia di un imprenditore che è riuscito a mettere a punto delle toilette pubbliche che raccolgono le evacuazioni umane per trasformarle in biogas e fertilizzanti!!

Grandioso!!

Da ciò si può facilmente intuire che, immaginare un futuro senza rifiuti, non è proprio un’utopia, ma è qualcosa che va ricercato fortemente da tutti ogni giorno, perché, se non è scontato che si riesca ad avere una sostenibilità dello sviluppo umano, almeno non potremo prendercela con la tecnologia che da questo punto di vista mette a disposizione di tutti i mezzi e le conoscenze per poter contribuire ad un futuro più verde!!

E proprio verso un futuro più verde che deve essere indirizzato il nostro vivere.
Infatti, siccome per il 2030 è previsto che circa l’80% della popolazione vivrà in città, è importante far si che queste città siano riportate ad una maggiore vivibilità.

In tal senso l’America è sempre all’avanguardia e, con i progetti di urban farming, spinge questo concetto già da vent’anni. Pensate all’inserimento, nei contesti urbani, di alcuni metri quadri di verde (per famiglia o per condominio) per consentire alle persone di ricavare da soli i prodotti della terra ed anche semplicemente per dare maggior ossigeno alle città.

Anche in Italia ultimamente vi è stato un piccolo segnale in tal senso con l’approvazione di un disegno di legge (ne potete leggere una sintesi a questo link) proposto dal Ministero dell’Ambiente che mi auguro si trasformi nel più breve tempo possibile in un concreto strumento per le nostre città e per la nostra vita!!

Ciao!!

P.S.: mi piacerebbe che tu commentassi questo post, aggiungendo altre riflessioni che siano utili a tutti e che possano dare piccoli elementi per aiutare tutti ad esprimere giorno per giorno il proprio contributo. In alternativa sarò comunque contento se tu parlassi dell’argomento ad almeno un’altra persona (fallo per te e per i tuoi prossimi!!).

6 commenti:

  1. Quello che dici è molto importante e sarebbe bello che un senso di affetto per la natura si diffondesse in tutte le persone.
    Purtroppo siamo tutti a correre dietro la vita e non ci rendiamo conto di quanto alcune cose siano futili se confrontati con il rispetto per la natura.
    Io però ci credo, e nel mio piccolo, anche prima di leggere il tuo post, facevo (e continuerò a fare) quello che mi è possibile.
    Speriamo di non rimanere due gocce nell'oceano.
    Anzi spero che vi siano delle leggi che costringano le persone a comportarsi in modo corretto e a risparmiare quanto più possibile energia di ogni tipo..

    Saluti

    Lisa

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  2. Ciao,
    sono d'accordo che lo Sviluppo Sostenibie sia un'enorme opportunità per l'ambiente, ma lo sarebbe soprattutto per l'economia.
    Ormai e' evidente che la crisi globale è originata proprio da un modello di sviluppo antico (da era industriale), mentre nell'epoca attuale (ERA DELL'INFORMAZIONE) questi vecchi modelli non sono per nulla sostenibili. Pertanto, occorre abbandonare piu' velocemente possibile le logiche legate alle vecchie lobby (soprattutto dei petrolieri) per cominciare realmente a vivere una nuova era, basata su un giusto rapporto con l'ambiente, ma non solo....
    Le differenze tra l'era industriale e quella dell'informazione sono troppe per poterle trattare tutte ora, ma credo che molti problemi attuali siano originati dalla mancanza di conoscenze a riguardo.

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  3. Per Lisa: rispetto alla questione delle delle leggi, dovrebbero essere sempre leggi di tipo non coercitivo. Ad es. si potrebbe fare come ha fatto Dublino nel 2002 che ha introdotto una tassa sui sacchetti di plastica dei negozi e supermercati. Il risultato? In pochi anni i sacchetti che arrivano in discarica si sono quasi azzerati e le entrate statali sono aumentate di diversi milioni di Euro.

    Per Anonimo: di certo l'era dell'informazione viaggia a ritmi diversi rispetto al post rivoluzione industriale, che nonostante abbia dato l'avvio ad un rapido sviluppo dell'era moderna, lascia ancora i suoi segni.
    Come ti dicevo però è importante trovare nel nostro piccolo, ognuno a suo modo, la maniera per dare il proprio contributo (non penso che un'altra rivoluzione ci aiuterebbe molto, salvo si tratti di una rivoluzione delle coscienze)...

    E voi, pensate che si possa fare qualcosa partendo dal nostro piccolo, o dobbiamo solo aspettare che qualche legge ci imponga un comportamento (piuttosto che darci delle linee guida)??

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  4. Ho trovato qualcosa che conferma quanto detto a proposito dell'India:

    In questo caso siamo in Brasile dove si "barattano Rifiuti in cambio di cibo" con il programma Cambio Verde...

    vi metto due link

    http://www.ecoblog.it/post/10324/rifiuti-in-cambio-di-cibo-in-brasile-lecologia-combatte-la-fame

    http://www.curitiba.pr.gov.br/publico/secretaria.aspx?idf=411&servico=26

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  5. Ci sono delle nuove tecnologie di macchinadi che smaltiscono ogmìni tipo di rifiuto, con inquinamento pari a zero e per di più producono energia.

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  6. Fin quando non ci sarà la volontà di cambiare (forse ci arriveremo quando sarà troppo tardi), ogni buona invenzione, ogni buona pratica, lasciata spesso all'iniziativa del singolo, non sarà spinta e si continueranno a produrre e pubblicizzare auto elettriche che non inquinano, ma che, per essere alimentate, hanno bisogno di energia prodotta ancora con il carbone....

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