mercoledì 30 giugno 2010

Dietro la Televisione.


Questo post deve essere considerato come un’introduzione ad un altro post che pubblicherò successivamente e che mi aiuterà a riaffermare e sottolineare come, quando si è guidati dalla passione, non è mai troppo tardi per rimettere in gioco le certezze della propria vita.

Ad alcuni di voi potrà essere capitato di trovarsi in uno studio televisivo di una rete nazionale in veste di pubblico o di visitatore.
Di certo se avete assistito come pubblico avete potuto vivere i momenti dello spettacolo o della trasmissione così come vengono visti anche dagli spettatori da casa, con la differenza di viverli più da vicino e, dunque, con una diversa intensità, avendo, magari, la possibilità di fare un saluto veloce ai protagonisti, all’inizio o alla fine del programma.

Per chi invece ha potuto essere negli studi televisivi in veste di visitatore avrà avuto modo di toccare con mano un altro aspetto dello spettacolo e cioè quello della “macchina motore” che porta in scena il risultato che tutti noi vediamo sullo schermo.
Come se all’improvviso la televisione si aprisse (quella a tubo catodico) e venissero fuori tutti i transistor e tutti i circuiti che non vediamo quando siamo davanti al teleschermo.

Diciamo che non sono un particolare amante della televisione di intrattenimento, anche se ho cercato spesso di immaginare il tipo di aria che si respira nei corridoi degli studi televisivi, dietro le fatidiche “quinte”.

E così, quando una persona a me vicina affettivamente mi ha proposto di accompagnarla a Roma negli studi di Saxa Rubra, non ho esitato più di una volta ad accettare. Questa persona, affermato artigiano, è stata invitata come ospite nella trasmissione della mattinata di Rai Uno del Lunedì, per una rubrica dal nome “mestieri a confronto”, dove sarebbe stata affiancata da una giovane artigiana nello stesso campo, per rappresentare un parallelo che avrebbe messo a confronto l’esperienza di oltre 50 anni di attività con l’entusiasmo e la voglia di rimettersi in gioco di una giovane!

Siamo arrivati a Roma Domenica sera, ospitati in un Hotel vicino al Teatro delle Vittorie. Alle 8.30 del mattino ci preleva un’auto della Rai per portarci agli Studi Televisivi. Dopo una breve sosta per il Pass, arriviamo davanti all’ingresso principale dove svetta il famoso “Cavallo Alato”.

A quel punto siamo dentro.

Di certo si poteva immaginare che vi fosse tutto un mondo che si muoveva con ritmi e meccanismi diversi rispetto a quello che vediamo sul teleschermo.
Ed infatti, nei corridoi vi erano molte persone che si muovevano con diverse velocità ed ognuna rappresentava un tassello della scena che si andava a comporre per poi presentarsi davanti alla telecamera.

Ci hanno accolti in un piccolo ufficio per sbrigare le pratiche amministrative legate alla firma della “liberatoria” da parte di chi doveva andare in trasmissione. Poi ci hanno fatto accomodare in un salottino dove, affiancati da un’autrice, il mio amico artigiano e la giovane a confronto hanno un po’ configurato i loro interventi e, nel frattempo, hanno anche sciolto un po’ la tensione (visto che dovevano andare in onda in un programma in diretta). Per la giovane era la prima volta, mentre il mio caro artigiano d’esperienza aveva già fatto un'altra apparizione nel gennaio scorso.

Nello stesso salottino vi erano due giovani, un ragazzo ed una ragazza, che si presentavano come “giovani proposte” della canzone: si dovevano sfidare per proseguire in una sorta di gara (non so, ne mi sono informato, a cosa fosse finalizzata la gara).

Definiti gli argomenti del confronto tra gli artigiani, ci mandano nella sala trucco, non prima che un signore con una cartellina in mano mi scambiasse per una “giovane proposta”. Con un sorriso faccio cenno verso quei due ragazzi nel salottino ed il tipo si rende conto dell’equivoco (a pensarci però, una canzone la potevo cantare!!).

Saliti al primo piano, entriamo in sala trucco, dove due signore ci accolgono e si mettono subito all’opera (non su di me ovviamente). Mentre attendo che abbiano finito scorgo un’altra sala in cui c’erano diverse signore. Mi avvicino e mi rendo conto che è una sala dove si allestiscono i vestiti e dove si eseguono interventi di sartoria veloce per mandare in scena i protagonisti dei programmi.

In tutti questi movimenti siamo sempre accompagnati dalla giovane ma esperta autrice che assume un ruolo simile ad un tutor che guida verso la scena i due protagonisti del “mestieri a confronto”.

Infine, torniamo vicino alla sala dove si sta svolgendo la trasmissione. Mi affaccio in una stanza vicino e scorgo la fatidica “stanza dei bottoni”. Una parete piena di monitor e 5-6 persone sedute in fila a fissarli e guidarli nella scelta delle inquadrature, come un pianista guida le note del suo pianoforte. Il tutto con la naturalezza di chi sta seduto al bar a vedere la partita (non l'Italia purtroppo).

Finalmente è il nostro momento, cioè è il momento dei due artigiani di entrare in scena. Sono quasi le 10 e mezza. L’ultimo tocco è dato da un ragazzo che ha un cassettino pieno di microfoni. Li posiziona nella maniera migliore cercando di rendere più naturale possibile la loro presenza. Entrano. Un quarto d’ora tra immagini, domande, racconti, curiosità e scambi di opinioni. Tutto ok, è andata. All’uscita i complimenti di tutti i presenti ed anche il tempo di prendere un caffè insieme ad un altro autore che presidiava l’ingresso in scena, anch’egli molto contento della genuinità dei due artigiani.

Proprio questo è forse l’aspetto che mi ha colpito di più. Uno si immagina un ambiente particolare ed invece la cosa che sorprende è la naturalezza, la normalità e la vicinanza emotiva di tutte le persone che abbiamo incontrato, dagli autori ai truccatori, ai microfonisti e a tutte le altre figure che erano intorno.

Del resto è il loro lavoro e lo svolgono nella maniera migliore possibile senza nessuna presunzione né apparente ma neanche nascosta. Un po’ distante da quella vanità velata o apparente che traspare, a volte, da chi in primo piano rappresenta e mette in scena il risultato del lavoro di tutte queste persone. Ma anche questo fa parte del gioco!

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