venerdì 4 giugno 2010

Meglio avere una faccia da schiaffi che averne due (di facce).




Comunemente si definisce “faccia da schiaffi” una persona impertinente, una faccia tosta, una persona indelicata, una persona sfacciata, ma anche una persona ardita, audace e impudente.

Questa definizione mi servirà alla fine di questo post per confrontarla con un altro tipo di personalità che apparentemente crea un impatto meno brusco di una persona che ha la faccia da schiaffi, ma che alla lunga può essere molto meno consigliabile.

Ho più volte detto che la ricerca della propria essenza, del proprio conoscere se stessi, è un’opera tanto importante quanto difficile.

Se conoscere se stessi non è un percorso semplice, lascio immaginare quanto può essere complicato conoscere gli altri.

Quello su cui però si possono fare le proprie osservazioni è la personalità e il carattere che percepiamo rispetto alle persone con le quali siamo in contatto abitualmente.

Per cui, senza avere la pretesa di conoscere le persone, si può imparare a cogliere alcuni aspetti che ci possono dare qualche indicazione su chi ci è di fronte e su come questa persona interpreta il rapporto con noi.

Perché dovremmo cercare di andare oltre quello che riusciamo a percepire dal rapporto con gli altri?

Semplicemente perché i rapporti personali per essere il motore dello sviluppo dell’uomo devono essere basati sulla fiducia.

Fiducia non intesa nel senso classico per cui “io ho fiducia in te perché non mi farai mai del male o non dirai mai niente contro di me”.  Quello che voglio intendere è la fiducia secondo la quale, partendo dall’etimologia della parola (credenza basata su argomenti certi), si ha la cognizione di avere di fronte una persona che, al di la delle azioni o del dire diano un’esatta rappresentazione esterna del loro essere.

Nella nostra civiltà, dove lo sviluppo dell’uomo è principalmente sviluppo tecnologico ed economico, non si potrà essere certi di instaurare con molte persone un tipo di rapporto di questo tipo, in quanto parole ed azioni potrebbero in qualche modo (a seconda della loro sostanza) incidere sullo sviluppo modernamente inteso.

Le persone sono abbastanza consapevoli di tali effetti, soprattutto di alcuni effetti negativi che il loro modo di vedere o agire (quello che realmente sentono dentro) potrebbe provocare alla loro esistenza.

Per cui si tende a creare (anche inconsapevolmente) un’immagine esteriore del proprio io, addirittura differente a seconda del contesto in cui, volta per volta, ci troviamo ad interagire.

Al contrario, immaginate se tutti esprimessero ciò che sentono nei confronti del vicino, nei confronti del collega, nei confronti di un conoscente che si frequenta nel tempo libero. Probabilmente l’80% di tali rapporti avrebbe uno scossone tale da comprometterne il futuro proseguimento.

Purtroppo però, se ci pensate bene, non vorreste forse che tutti quelli che sono a contatto con voi, intendo quelli con i quali interagite in maniera abbastanza frequente, esprimessero effettivamente ciò che pensano di voi (a prescindere dal modo che potrebbe essere più o meno brusco) o il comportamento che effettivamente assumerebbero in date situazioni, ma che si trattengono dal fare?

Certo che si, salvo aver paura della vostra delusione per il fatto di venire a conoscenza di cose che non immaginavate (tanto questa persona era stata brava a creare un’immagine di se che conveniva ad entrambi).

Cosa che invece fareste fatica a fare sarebbe il contrario, cioè, alzarvi e andare dal collega o dalla collega della stanza a fianco, oppure bussare alla porta del vicino e dirgli, al di la del reciproco apparente rapporto di stima, cosa effettivamente vi da fastidio della sua personalità e cosa potrebbe invece migliorare il vostro rapporto se solo lui o lei cambiasse un certo modo di agire (l’alternativa per voi, senza dover dire cosa vi da fastidio, sarebbe quella di mettere fine alla relazione, cosa che potrebbe essere non semplice o in alcuni casi molto problematico).

Non sto ovviamente dicendo che queste cose non avvengano, ma sono spesso legate a momenti patologici in cui per un motivo magari futile, ci si trova a litigare e a quel punto, presi anche dalla rabbia, ci si dice ciò che si pensa ed anzi si va anche oltre dicendo cose talmente sconvenienti da pentirsi, a mente fredda, in quanto effettivamente alcune cose non le pensavamo, ma presi dal momento di concitazione e per avere il sopravvento nella discussione si sono “cacciate” fuori.

Questi momenti, anche se tirano fuori un po’ di sincerità in più, non mi sembrano il modo adatto (almeno non il più adatto) per favorire lo sviluppo dell’uomo nella maniera classica che voglio intendere io e cioè quella basata sull’assoluta trasparenza nel bene e nel male rispetto alle persone che ci circondano e che interagiscono con noi nella vita quotidiana.

Sembra per alcuni aspetti una strada difficile, ma se per assurdo escludiamo interessi di qualsiasi tipo nell’ambito di un rapporto interpersonale, l’unico modo per dare sviluppo alle persona non può essere che questo, cioè l’assoluta trasparenza. Solo così le persone sapranno in cosa è opportuno approfondire la conoscenza di se stessi per capire se un modo di pensare o di agire è costruttivo per la comunità sociale in cui si vive o se, non stravolgendo la propria personalità, si può fare qualcosa per rendere tale socialità più produttiva (intendo la produttività delle relazioni).
A volte si può constatare che è semplicemente il modo nel dire o nel fare le cose che può migliorare una relazione o un rapporto che potrà continuare, così, senza malintesi e senza scontri frontali.

Molto spesso le cose vengono risolte con la mediazione o con un modo per far capire i messaggi che molto si avvicina a rendere la “pillola” più dolce, ma che invece può avere effetti anche più amari di una verità detta con passione ed impeto. Per cui chi deve fare la mediazione lo deve fare in maniera intelligente e molto equilibrata, altrimenti rischia di creare un ulteriore elemento di disturbo all’interno del rapporto da regolare.

Rendendo come al solito tale analisi aderente al nostro contesto civile, senza voler idealizzare nessun comportamento, mi sono soffermato ad analizzare un particolare tipo di personalità che sta al confine tra chi cerca di creare un’immagine di se costruttiva per le relazioni e al contempo riesce ad essere tanto trasparente da far trapelare il suo effettivo modo di essere (spero di essermi fatto capire)……

Come si fa a definire una tale personalità?

Molto semplice.

La caratteristica di base di tali persone è l’insicurezza che potrà avere le più svariate motivazioni (personali, affettive, lavorative, ecc).

Tale insicurezza porta tali personalità a cercare di nasconderla per non sembrare deboli alle persone con cui interagiscono (in ogni ambito della vita), solo raramente ammettendola in maniera serafica ed accettando i consigli dei vicini (almeno apparentemente). Molto spesso però questa finta ricerca di comprensione serve solo a dare a tali personalità la sensazione che la propria immagine sia lasciata intatta senza dare dubbi alle altre persone sulle reali finalità di alcuni atteggiamenti.

In tal modo queste persone hanno la sensazione di recitare una sceneggiatura impeccabile che si alterna tra momenti di sicurezza e naturali momenti di incertezza.

Vi è un solo problema: sono così convinte delle proprie ragioni e della propria recitazione che non si pongono lontanamente il problema che forse hanno fatto trapelare l’effettivo carattere di fondo, che agli altri può apparire abbastanza falso tante sono le contraddizioni che si rivelano nell’alternarsi dei due atteggiamenti.

L’immagine che viene fuori è quella di una persona che si mostra volutamente e falsamente collaborativa, ma che è così incapace di esserlo che fa venire fuori tutto il suo reale egoismo e ancor peggio è assolutamente convinta di aver preso in giro chi gli sta intorno!

Il risultato mostra una personalità molto pericolosa per se stessa e per gli altri in quanto non è in grado di trovare un equilibrio tra ciò che ritiene giusto gli altri pensino di lei e ciò che realmente mostra agli altri con le sue contraddizioni interiori ed esteriori. Spesso si sentono combattute e sono esterrefatte da come gli altri si comportano nei loro confronti in quanto, questi altri, percepiscono tali contraddizioni……  che si trasformano in “evidente poca trasparenza”…

Sicuramente tali personalità hanno alle spalle problemi di altro carattere che hanno creato questo imperfetto meccanismo di difesa, che altro non è che una “muraglia senza fondamenta”.

Certamente, al di la del superamento dei problemi che hanno potuto innescare questi comportamenti, tali persone potrebbero cercare di fermarsi a pensare su cosa sia meglio per il proprio sviluppo personale nella società. Ma dovrebbero, prima di tutto, superare la loro convinzione di riuscire a prendere in giro gli altri con le loro continue messe in scena…

A confronto, una persona che ti dice tutto in faccia nel bene e nel male (la classica “faccia da schiaffi”), anche rischiando di toccare la tua suscettibilità, a lungo andare risulterà più sopportabile in quanto almeno sarà più trasparente…

Un modo per affrontare in concreto rapporti difficili o per mettere in chiaro le posizioni di tutti, potrebbe essere di dire quanto più possibile ciò che si pensa con un garbo tale da mostrare il massimo rispetto per quella che è la posizione dell’altra parte.

Tale rispetto non deve essere solo apparente, ma dentro di noi si deve creare un meccanismo secondo il quale, la circostanza che la propria posizione non è sempre la migliore (o quella più giusta), deve essere sempre valutata…… se neanche in questo modo si riesce a regolare la relazione, quando è possibile, bisogna cercare di ridurre i momenti di contatto, che non equivale a scappare, ma semplicemente allontanare l’influenza negativa che tali persone possono avere su di noi con il loro comportamento.

4 commenti:

  1. Purtroppo tutti abbiamo una maschera sociale con la quale ci presentiamo agli altri, però c'è chi ha una maschera che assomiglia più a se stesso e c'è chi ha una maschera che propone una persona completamente diversa. Credo che proprio da questa circostanza possa nascere la delusione che a volte si ha nei rapporti interpersonali, cioè quando ci si accorge che una persona è molto diversa da come sembra, la delusione sarà maggiore. Quando invece una persona si sforza ad essere se stessa, non dico che ci riuscirà sempre, ma almeno la distanza tra la sua immagine sociale e la sua immagine interiore non sarà grandissima e pertanto gli altri non avranno grossi contraccolpi quando la seconda prevarrà sulla prima.

    Spero di aver colto il senso del tuo articolo che come sempre ci da una visione "nuda" dell'argomento che tratti, consentendoci di fare riflessioni su argomenti che ci interessano molto, ma che il correre giornaliero ci fa perdere di vista.

    Alla prossima!

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  2. Ciao Luciano.
    Dalle tue parole ritengo che hai avuto modo, per esperienza diretta o per approfondimento personale, di riflettere molto su questo argomento, in quanto le tue parole non solo si accodano al concetto che volevo esprimere ma credo lo arricchiscano ulteriormente.

    Cioè la questione non è sempre essere se stessi e fregarsene degli altri (si andrebbe a vivere su una montagna), ma la questione è cercare la strada per essere molto vicini al proprio essere interiore e al contempo far si che questo essere si armonizzi con tutti gli altri esseri che lo circondano. Dico questo perchè magari si hanno dentro tante emozioni e tanti istinti che, lasciarli sfogare sic et simpliciter, potrebbero creare danni per se stessi e per gli altri...

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  3. Ciao,

    credo che molti battibecchi nascano dall'esigenza di esprimere le proprie convinzioni e di voler avere ragione sulle convinzioni altrui.
    La regola del VIVERE E LASCIA VIVERE è indicativa dello stato d'animo di chi capisce il punto di vista degli altri, anche se non lo condivide.
    Le differenze tra gli uomini sono una ricchezza, non un problema: perchè non limitarsi semplicemente a dire la propria opinione, senza voler cambiare necessariamente il punto di vista dell'altro?

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  4. Bravo, bisogna esprimere la propria opinione, non cercare di cambiare quella degli altri!

    Ma la cosa importante che dicevo io è che, questa opinione, bisogna cercare di esprimerla sempre e quanto più possibile, motivandola ed ovviamente senza cercare di imporla agli altri. Di certo chi ascolta può spiegare, sempre con assoluta umiltà e trasparenza, che forse le cose stanno in maniera diversa, ma lo deve fare in modo trasparente, altrimenti si torna al punto di partenza, convincendo chi sta di fronte che allora quello che si pensava forse è vero.

    Poi ovviamente si può discutere del modo con il quale esprimerla.

    Il problema delle nostre relazioni, che devono essere migliorate pur nella diversità degli individui, è il fatto che purtroppo molto spesso si cerca solo di esprimere ciò che gli altri vogliono sentirsi dire, piuttosto che quello che realmente si pensa......

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