mercoledì 21 luglio 2010

Investitore vs speculatore. Tratti distintivi.


Se state leggendo questo post (ed avete letto anche i due precedenti 1 2), vuol dire che, molto probabilmente, non vi sentite dei “risparmiatori puri” (cioè quelli che hanno solo il libretto postale o la “mattonella”) e state già pensando al modo migliore per cominciare ad investire in maniera diversa i vostri risparmi o state cercando una strategia diversa, in quanto, fin’ora, il vostro piano di trading non ha dato i frutti che vi aspettavate.

Forse non state riuscendo a mantenere il valore del vostro capitale nel tempo perché avete scelto una combinazione rischio/rendimento non adatta alle vostre caratteristiche o magari è quella adatta, ma avete sbagliato a calibrate il tempo giusto da dedicare allo studio ed all’operatività e pertanto non state ottenendo i risultati sperati (o semplicemente non state applicando alla lettera il vostro piano di trading o la vostra strategia di investimento).

Potrebbe anche essere che dovete solo avere pazienza perché per un investitore può essere fisiologico avere dei periodi in cui si va peggio del mercato, ma se la strategia è giusta, alla fine dovreste sovraperformare o almeno guadagnare (quindi dovete verificare se i presupposti del vostro piano di trading sono ancora validi).

Per questo motivo voglio completare questo capitolo, dedicato alle diverse configurazioni dell’uomo economico nella sua veste di investitore di risorse finanziarie, concentrandomi sull’investitore e sullo speculatore, facendo anche una disamina degli strumenti e delle modalità operative che li identificano (nel prossimo post), scoprendo, alla fine, che si può essere un investitore accorto utilizzando una combinazione di strumenti e modalità operative più o meno rischiose tale da renderle equilibrate in un portafoglio che da un lato tende a preservare il capitale e dall’altro lato si tiene aperta la possibilità di avere piccole o grandi soddisfazioni in termini di capital gain.

Innanzitutto possiamo osservare che, alla base delle strategie dell’investitore, anche quelle più rischiose, vi è un ragionamento legato a fattori fondamentali o tecnici (vedi analisi fondamentale e analisi tecnica).

Alla base delle scelte dello speculatore, invece, vi sono molto spesso intuizioni legate semplicemente, per esempio, alla corretta lettura di una reazione del mercato ad un annuncio di un dato macroeconomico o anche all’interpretazione dell’effetto di notizie politiche e sociali, che possono, in un determinato momento, dare impulso ad un movimento del mercato su cui lo speculatore si lancerà per cercare di intercettare un profitto.

Non bisogna pensare però che lo speculatore sia come un giocatore d’azzardo. Cioè, chi opera in maniera speculativa con una certa continuità di guadagni, può essere considerato come una particolare categoria di investitore, come un imprenditore, che baserà la sua arte su alcuni fattori personali e tecnici non comunemente presenti in tutti gli investitori (per questo dicevo che l’evoluzione da investitore a speculatore non è scontata).

La sua arte si basa sul giusto timing in ingresso ed in uscita. Si basa, inoltre, sulla percezione della forza o della debolezza di un movimento. Si basa sulla sua capacità di saper gestire meglio degli altri le emozioni (che spesso sono causa di azioni irrazionali che portano il piccolo investitore a grandi perdite). Lo speculatore conoscerà sicuramente l’analisi tecnica del mercato, ma da buon artista la dimenticherà lasciandosi trasportare dall’istinto creativo.

In tale ottica, la figura dello speculatore perde quel tratto negativo e di paura che comunemente si porta dietro la sua operatività.

E’ vero però che se un investitore non ha queste caratteristiche personali e decide comunque di operare con i modi dello speculatore, allora si trasformerà in quel giocatore d’azzardo soggetto a grosse delusioni finanziarie.

Nella pratica si possono trovare moltissimi risparmiatori/investitori che, per differenziare il rischio dei portafogli, operano con strumenti e con modalità miste e cioè, nella composizione e nella gestione del portafoglio, utilizzano gli strumenti e i modi del risparmiatore, gli strumenti e i modi dell’investitore e qualcuno si “azzarda” anche ad impegnare una piccolissima parte del capitale per qualche operazione speculativa.

Così come chi è per indole speculatore dovrà essere capace di allocare parte della propria liquidità (quella dedicata agli investimenti) in strumenti che ne garantiscano la semplice tenuta di valore nel tempo.

Quindi siamo tornati al punto iniziale e cioè, se volessimo dare una definizione di un soggetto per quelle che sono le sue caratteristiche di investimento, quantomeno dovremo fare delle precisazioni con la consapevolezza che le sfaccettature che si possono trovare da investitore ad investitore sono tantissime.

Questi articoli vogliono dunque essere una mappa per orientare chi avesse voglia di approfondire l’argomento degli investimenti nei mercati finanziari, con la precisazione che, ogni argomento al quale vi interessate, deve essere oggetto di adeguato studio al fine di averne una conoscenza adeguata prima ancora di farne esperienza operativa diretta. Ciò semplicemente perché qualsiasi investimento facciate deve essere un investimento consapevole e ragionato. Alla chiusura dell’investimento il risultato potrà essere positivo o negativo, ma deve essere il risultato di un ragionamento con forti basi cognitive (e con le giuste precauzioni es.stop loss).

Concludo qui l’analisi e vi rimando al prossimo post in cui parlerò degli strumenti e delle modalità operative con i quali gli investitori, ai diversi livelli, affrontano i mercati.

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