giovedì 29 luglio 2010

Gli Strumenti ed i Mercati per investire.


Per dare respiro più ampio alla definizione delle diverse figure di investitore o meglio per l’individuazione della strategia che ogni investitore strutturerà in maniera differente e personalizzata, di seguito farò un quadro degli strumenti finanziari disponibili e delle strategie operative con le quali si possono affrontare i mercati finanziari.

Quanto descriverò non vorrà di certo esaurire l’elenco di tutti gli strumenti per investire sui mercati finanziari, ma avrà lo scopo di individuare gli strumenti alla portata di chi si avvicina ai mercati con la discrezione e l’attenzione necessaria a non farsi travolgere, agendo con impegno ed umiltà allo scopo di diventare capace e cosciente di fare investimenti che tutelino nel tempo il valore dei propri risparmi.

Seguendo sempre il filo logico del rischio e della variabilità del rendimento crescenti (vedi grafico del precedente post), troviamo, subito dopo il libretto postale, i conti di deposito, i titoli di stato e le obbligazioni societarie. Per un confronto dei primi due (limitatamente ai titoli di Stato a breve termine) vi mando ai miei due precedenti post (1 e 2) sull’argomento.

mercoledì 21 luglio 2010

Investitore vs speculatore. Tratti distintivi.


Se state leggendo questo post (ed avete letto anche i due precedenti 1 2), vuol dire che, molto probabilmente, non vi sentite dei “risparmiatori puri” (cioè quelli che hanno solo il libretto postale o la “mattonella”) e state già pensando al modo migliore per cominciare ad investire in maniera diversa i vostri risparmi o state cercando una strategia diversa, in quanto, fin’ora, il vostro piano di trading non ha dato i frutti che vi aspettavate.

Forse non state riuscendo a mantenere il valore del vostro capitale nel tempo perché avete scelto una combinazione rischio/rendimento non adatta alle vostre caratteristiche o magari è quella adatta, ma avete sbagliato a calibrate il tempo giusto da dedicare allo studio ed all’operatività e pertanto non state ottenendo i risultati sperati (o semplicemente non state applicando alla lettera il vostro piano di trading o la vostra strategia di investimento).

Potrebbe anche essere che dovete solo avere pazienza perché per un investitore può essere fisiologico avere dei periodi in cui si va peggio del mercato, ma se la strategia è giusta, alla fine dovreste sovraperformare o almeno guadagnare (quindi dovete verificare se i presupposti del vostro piano di trading sono ancora validi).

Per questo motivo voglio completare questo capitolo, dedicato alle diverse configurazioni dell’uomo economico nella sua veste di investitore di risorse finanziarie, concentrandomi sull’investitore e sullo speculatore, facendo anche una disamina degli strumenti e delle modalità operative che li identificano (nel prossimo post), scoprendo, alla fine, che si può essere un investitore accorto utilizzando una combinazione di strumenti e modalità operative più o meno rischiose tale da renderle equilibrate in un portafoglio che da un lato tende a preservare il capitale e dall’altro lato si tiene aperta la possibilità di avere piccole o grandi soddisfazioni in termini di capital gain.

giovedì 15 luglio 2010

Risparmiatore, investitore e speculatore: descrizione grafica.


Nel precedente post ho provato a dare una definizione alle tre anime dell’homo oeconomicus e cioè il risparmiatore, l’investitore e lo speculatore.

Abbiamo visto come, tali definizioni, ruotino intorno ai concetti di rischio e di rendimento e come non è possibile marcare una linea netta tra le tre diverse figure nella loro evoluzione concettuale (soprattutto per quelle adiacenti).

Ora voglio mostrarvi graficamente ciò che ho descritto fin’ora per meglio coglierne l’aspetto pratico. 

Il grafico che illustrerò è stato costruito in base alle mie considerazioni ed in base al filo logico che ho seguito per definire le tre figure.

Ed eccolo:

venerdì 9 luglio 2010

Risparmiatore, investitore e speculatore: le tre anime dell’homo oeconomicus.


Quando si esprime una definizione, riferendola a qualcosa o a qualcuno, si corre il rischio di generalizzare conferendo una sommaria descrizione all’oggetto della nostra osservazione. 

Spesso, infatti, se approfondiamo la conoscenza di un soggetto o di un oggetto o di un concetto (scusate la rima baciata), ci possiamo rendere conto che i contorni della nostra definizione sono molto più incerti di quanto immaginiamo. 

Ho fatto questa breve premessa perché l’altro giorno riflettevo sulla validità di una definizione da poter attribuire ad un soggetto in base alle proprie caratteristiche di gestione dei propri risparmi o della propria liquidità. 

Le figure che si possono considerare in quest’ambito, al fine di confrontarne le definizioni, sono: il risparmiatore, l’investitore e lo speculatore (1). 

Il primo elemento che, istintivamente, contraddistingue questi tre modi di gestire le proprie finanze, è il rischio. Infatti, quando si passa dal concetto di risparmiatore a quello di investitore, e da quest’ultimo al concetto di speculatore, possiamo sicuramente identificare una crescita graduale del rischio. 

L’altro aspetto è, invece, l’attesa in termini di rendimento a cui può condurre ognuno di questi modi di gestire le proprie risorse finanziarie. Ed infatti, almeno nelle aspettative, si può immaginare che al crescere del rischio crescano anche le possibilità di forti incrementi del valore del proprio capitale. Questo può essere vero, ma altrettanto probabile diventa la possibilità di subire forti perdite di valore (di soldi).

lunedì 5 luglio 2010

Sentirsi bene e sapere il perché.




In un mio post di inizio anno avevo messo insieme quattro semplici elementi (sintetizzati nell’acronimo MEDS, preso in prestito dall’autore N. Bate), nell’intento di recuperare stimolo e motivazione per riprendere un modo di vivere più salutare che, distratto da impegni familiari e lavorativi, avevo perso per strada.

Da allora, in maniera graduale, sono riuscito a trovare una certa continuità che adesso mi aiuta ad affrontare la giornata con una preparazione mentale e fisica più efficace rispetto a qualche mese fa, anche se questo aspetto ha sempre margini di miglioramento.

Naturalmente non è solo questo il motivo per cui torno sull’argomento e non voglio neanche fare morale (questo cerco di non farlo mai) su quanto sia importante, per una migliore qualità della vita, svolgere una moderata e costante attività fisica, seguire una corretta alimentazione e concedersi il giusto riposo fisico e mentale.

Quello che vorrei fare, invece, è descrivere in maniera sintetica ed efficace quelli che sono i meccanismi biologici e gli effetti psicofisici che possono derivare da un particolare modo di vivere.   
Sempre più spesso le persone trovano comodo e apparentemente poco stressante, seguire una dieta “last minute” e svolgere un’attività fisica ridotta all’essenziale (dal letto alla tavola, dalla tavola all’auto, dall’auto alla sedia e così via).

Sempre più spesso, però, le persone, sentendosi mentalmente e fisicamente stressate, si danno il buon proposito di fare qualcosa per cambiare le cattive abitudini.

Purtroppo si devono scontrare contro “la motivazione” che è l’elemento fondamentale che fa scattare la molla delle “azioni salutari” (per se stessi e per gli altri, perché quando non si sta bene mentalmente e fisicamente ne risentono anche le persone vicine).

Mi auguro che le parole che sto per scrivere possano dare anche un minimo contributo a chi ha bisogno di motivazione.

venerdì 2 luglio 2010

Conti di deposito vs titoli di Stato a breve termine (BOT). (Nuovo contributo)


Approfitto di un articolo de Il Sole 24 Ore per fare una piccola integrazione al mio post del 15 Giugno 2010 nel quale ho cercato di illustrare le variabili da considerare quando si fa un confronto tra due semplicissime forme di investimento e cioè i Conti di Deposito e i BOT.

L'articolo, che vi consiglio di leggere insieme al mio post, parte da alcune considerazioni sui bassi rendimenti dei BOT per poi passare in rassegna le proposte sui Conti di Deposito di alcune Banche.

Le avvertenze sono sempre le stesse e cioè: confronto basato su tutti gli elementi che vanno a comporre il rendimento finale e sui vincoli legati alle diverse offerte (sia vincoli temporali sia vincoli in termini di condizioni accessorie).

Buona lettura